Piero Fogliati

Dalla tesi sull’opera di Piero Fogliati

Nella sua Città Fantastica, Fogliati avrebbe voluto costruire degli ambienti o creare azioni inusuali volte a cambiare l’aspetto consueto e ormai passivamente accettato dall’uomo.

Voleva «cambiare i termini delle cose» e, grazie alle conoscenze tecnologiche apprese svolgendo particolari lavori, avrebbe potuto veramente realizzare le straordinarie creazioni della sua fervida immaginazione e lo dimostra la costruzione, nel suo studio, delle sue opere che rappresentano di quei progetti la realizzazione «in dimensioni espositive».

Alessandro Trabucco

Dal catalogo Fotofoneide

L’esperienza creativa di Piero Fogliati ha qualcosa di epico, di straordinariamente eroico visti i tempi in cui ha avuto la sua epifania. È ricerca artistica pura, che prende origine dall’osservazione e analisi dei fenomeni che più hanno stimolato la sua curiosità e creatività.

Tutto ha origine verso la fine degli anni ‘50, dalla sua forte volontà di “uscire dal quadro” (felice definizione di Fogliati) a favore di un maggior coinvolgimento dello sguardo, fuori dagli angusti confini della tela. Questa volontà non poteva che trovare nella città il suo soggetto ideale, la sua Città Fantastica.

L’idea è importante, ambiziosa, una Città Fantastica piena delle invenzioni di Fogliati che per realizzarle non deve avere timore di sognare e di inseguire le proprie idee più ardite.

E basta vedere un disegno (di quelli storici, anni ’60 – ‘70) per rendersi conto della portata utopistica delle intuizioni dell’artista piemontese, un’utopia ma tutta proiettata verso “l’utilizzo fantastico” dei fenomeni atmosferici.

Una città modellata sui progetti di Fogliati diventerebbe una sorta di “metropoli parallela” a quella della vita ordinaria, come afferma Fogliati stesso: «l’idea principale era che l’ambiente dell’uomo, l’ambiente urbano, non era più soltanto l’ambiente della sopravvivenza, ma uno spazio che realizzava una realtà a parte, nella quale lo spettatore era veramente partecipe».

Gli interventi si concentrano quindi principalmente su aspetti quali pioggia, vento, luce solare e sulle dinamiche sonore peculiari della città, come i rumori delle automobili e delle industrie.

Alessandro Trabucco

Dal catalogo della mostra ETEROTOPIA

Ancor più che opere d’arte, quelle che noi vediamo sono le invenzioni di un visionario che si è interrogato sui fenomeni luminosi e acustici. Nel 1970 Lara-Vinca Masini è stata la prima a definirlo un inventore, ma la sua vera portata è quella del sognatore pungolato da sogni troppo grandi per un uomo solo. Ecco perché la Città fantastica, su cui l’artista si è a lungo prodigato, è e resterà una chimera. Dagli anni Sessanta Fogliati ha iniziato a concepire una città “ideale come vasto processo di esperienze sensoriali. Il suo articolato e complesso progetto urbanistico prevedeva di decorare i cieli disperdendo del gas colorato per mezzo di una turbina; incanalare il frenetico trambusto della città all’interno di un auditorium per miscelare e correggere il rumore esterno, ricavandone un evento enarmonico e sempre variabile; costruire un boomerang acustico che percorresse la circonferenza dei centri urbani; concentrare/concertare il fumo delle ciminiere o lo sciabordio dei fiumi in un evento sonoro; convertire un ambiente chiuso in uno strumento musicale; intervenire sull’atmosfera con uno strumento fonoplastico [l’Anemofono] in grado di agire sull’aria e sul vento. E ancora: sonorizzare gli ecosistemi idrogeologici, colorare la pioggia, convertire la luce solare in una fotostruttura e il vento in una scultura eolica. Fogliati non si limitava ad addomesticare gli elementi naturali, egli cercava di cooperare con l’afflato creativo del mondo, in sinergia e in sintonia con Madre natura. Dopotutto uomo e universo sono la stessa cosa, non cose distinte.

Alessandro Trabucco

STATEMENT

LA CITTA’ FANTASTICA

Affrontare l’ambiguità e la complessità del mondo attraverso la ricerca di una forma da attribuire ai desideri è stata senz’altro una delle sfide più appassionanti che la cultura contemporanea ha saputo di fatto rilanciare. In tal senso, soprattutto l’idea di città è stata oggetto di una forte attenzione, in un momento in cui la realtà dell’industria e lo sviluppo delle tecnologie venivano a confrontarsi con l’ambiente, mettendo in discussione il disegno del paesaggio ma anche la struttura urbana e i suoi modelli abitativi.

Di fronte a un fenomeno di pesante urbanizzazione, dai primi anni ’60 del Novecento si sono dunque manifestati in più ambiti contributi espressivi che hanno riflettuto sul possibile destino della città, sconfinando senza dubbio nel terreno dell’utopia ma offrendo proprio per questo la grande opportunità di salvaguardare un “luogo” assolutamente irrinunciabile, l’immaginazione. Il progetto della Città Fantastica – e in generale l’opera di Piero Fogliati – si colloca proprio all’interno di questo clima culturale.

BIOGRAPHY / CV

Originario di Canelli (1930), Piero Fogliati ha vissuto e lavorato prevalentemente a Torino.

A partire dagli anni Cinquanta si dedica alle arti visive, sperimentando da autodidatta l’espressione pittorica, sia figurativa sia astratta-informale. La ricerca di uno stile personale e la fiducia nei confronti dell’autonomia del linguaggio artistico si coniugano ben presto con la forte passione per la scienza e la tecnologia. Esplorando la percezione sensoriale e i fenomeni naturali, Fogliati costruisce macchine dotate di un’estetica sublime e raffinata connessa alla sfera visiva-acustica.

Fogliati coniuga bellezza e percezione, manifestando la sua fiducia nell’immaginazione ma anche il suo affetto sincero e gioioso nei confronti dell’uomo. Le opere dell’artista sono infatti legate all’ideazione della Città Fantastica, un vasto progetto di interventi urbani in cui i suoni, le luci, gli elementi atmosferici e gli ecosistemi idrogeologici si trasformano in esperienze estetiche e sensoriali (un “sogno globale” che Fogliati sviluppa a partire dai primi anni Sessanta). In questo periodo si segnalano le prime mostre personali a Firenze, Roma e Torino, fino alla partecipazione alle due Biennali di Venezia del 1978 e del 1986, alla Biennale giapponese ARTEC di Nagoya del 1997, alla mostra “FASTER! BIGGER! BETTER! Signet works of the collections” del 2006 dedicata all’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni presso lo ZKM di Karlsruhe. La consacrazione torinese giunge nel 2003 con un’importante antologica dal titolo “Piero Fogliati il poeta della luce”.

Sue opere sono presenti alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, al Museion di Bolzano, alla Galleria Comunale di Cagliari, al MACRO di Roma, allo ZKM di Karlsruhe, al Museo Technorama der Schweiz di Winterthur, al Musée de l’énergie électrique di Mulhouse, all’AT&T Foundation, alla “Cité des Sciences et de l’Industrie” di Parigi (che nel 1992 gli ha dedicato la mostra personale “Sculpter l’invisibile”), nonché in numerose e importanti collezioni private, tra cui la Fondazione Giuliano Gori a Santomato, la Collezione Panza di Biumo di Lugano e la VAF-Stiftung di Francoforte sul Meno, le cui opere sono in comodato presso il MART di Rovereto.

Piero Fogliati si è spento a Torino il 25 marzo 2016, all’età di 86 anni.

MOSTRE PERSONALI

2022 Milano, Lorenzelli Arte. Luce e suono. L’utopia di Piero Fogliati

2021 Milano, OSART Gallery, Piero Fogliati

2020   Bologna, Artefiera, Reale Virtuale

2018   Milano, Palazzo Serbelloni – Sotheby’s, La città fantastica di Piero Fogliati

2017   Milano, MIART Fiera Internazionale d’Arte di Milano

2016   Milano, galleria DEP ART, Piero Fogliati. Eterotopia

2016   Lissone (MI), MAC, Piero Fogliati. Teoria del pluriverso

2014   Milano, OSART Gallery, Piero Fogliati. L’immagine nella rêverie

2014   Torino, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Surprise

2012   Torino, Gagliardi Art System, piero fogliati. Solo show

2011   Milano, Galleria Monopoli, Subtile

2009   Giarole (Alessandria), Castello Sannazzaro, Fotofoneide

2008   Valenza (Alessandria), Galleria Rino Costa.

2008   Torino, Claudio Bottello Contemporary, La città fantastica

2007   Pistoia, Fattoria di Celle – Collezione Gori, Piero Fogliati. Utopia possibile?

2004   Valenza (Alessandria), Galleria Rino Costa.

2003   Torino, Tendoni di Ponte Mosca, Piero Fogliati il poeta della luce.

2002   Casale M.to (Alessandria), Galleria Rino Costa

1996   Mulhouse, Musée de l’Électricité

1994   Casale M.to (Alessandria), Galleria Rino Costa

1993   Paris, Galerie Luc Queyrel, Reel-Virtuel

1992   Paris, Musée de La Villette, Sculpter l’invisible

1989   Milano, Valeria Belvedere

1982   Pesaro, Galleria Deposito Figure, Luce e Vento

1981   Genève, Galerie Voir

1974   Roma, Galleria dell’Obelisco

1972   Torino, Galleria Martano

1971   Milano, Galleria Il Naviglio

1970   Firenze, Galleria Il Fiore

1970   Roma, Studio Farnese

1957   Torino, Saletta Metro Cristallo, 15 quadri di Piero Fogliati.